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 Serie 11

Processi


 

PROCESSI

Secc. XV-XIX

Unità archivistiche: cassetta di cartone moderna 1 + regg. 30 + voll. 151 + bb. 20 + fascc. 3

La serie dei “processi” è molto consistente. Nello scenario amministrativo veneto il termine “processo” indica non solo le cause, ma anche il carteggio relativo alle questioni controverse, portate davanti a un tribunale o risolte per via transattiva. Le cause erano molto numerose e frequenti, talvolta complicate dal persistere di diritti di lunga durata, sostenuti e difesi in un sistema giuridico consuetudinario che lasciava spazio a conflitti di competenza e ad affermazioni di potere nel gioco tra giurisdizioni diverse: riguardavano soprattutto la difesa del patrimonio e la rivendicazioni di diritti economici. Si trovano cause per determinare con esattezza la consistenza delle proprietà immobiliari e i confini, spesso corredate da rappresentazioni del territorio effettuate da pubblici periti, per definire gli oneri manutentivi di fabbricati e argini di corsi d’acqua, molto frequenti e pericolosi nei territori in cui si estendevano le proprietà dell’Arca, per recuperare canoni d’affitto e livelli non regolarmente versati, nel frattempo ceduti ad altri dai titolari primitivi come titoli di credito, per ribadire esenzioni fiscali e ridurre i carichi d’imposta in un perenne contenzioso con le autorità fiscali, talvolta per dirimere questioni con gli artisti-artigiani impegnati nell’abbellimento e nella manutenzione del complesso conventuale, talora per reprimere comportamenti scorretti da parte degli amministratori. I fascicoli dei processi anticipano i connotati e la struttura dei fascicoli per affare otto-novecenteschi in quanto riuniscono non solo i documenti prodotti nel corso della causa o della controversia, ma anche i precedenti esibiti a sostegno dei titoli difesi, magari risalenti a epoche precedenti molto remote. In molti casi la vertenza riguardante beni acquisiti per donazione inter vivos o lascito testamentario ingloba anche brandelli di archivi familiari del donatore, lasciando intravvedere percorsi biografici molto interessanti e talora complessi.

Il materiale archivistico è stato ripetutamente riorganizzato nel corso del tempo.

In sede di riordino si è deciso di lasciare inalterato l’ordine ormai stratificatosi nel corso dei secoli e di approntare una descrizione puntuale di ciascuna unità archivistica in modo da fornire al consultatore il maggior numero possibile di accessi alla corposa massa documentale.

Nella serie si possono individuare alcuni blocchi:

– una cassetta di cartone moderna contenente documenti relativi ai rapporti tra l’Arca e il Retratto del Gorzon

– il catastico, in due volumi di Marco Locatelli, il quale “avvolumò” i fascicoli originari in tomi, con dorso parlante, numerati da 1 a 65 in inchiostro rosso e i tomi 3-65, mentre i primi due sono stati collocati nella serie 5

– i tomi 219-305, caratterizzati da dorso parlante scritto interamente in inchiostro seppia e dalla presenza sul dorso di un’etichetta cartacea posticcia recante la numerazione, in cifre arabe, da 66 a 152, costituiti da Giulio Duranetti, il catasticatore che proseguì l’opera del Locatelli

– 20 buste, costituite in epoca ottocentesca, probabilmente da Andrea Gloria, contenenti documenti già compresi nei tomi costituiti dai catasticatori, probabilmente destinati allo scarto in quanto doppi o perfino multipli

Sui tomi 136-287 (numerazione Cessi) è incollata un’etichetta cartacea con lo stemma dei genitori di s. Antonio: partito il primo d’oro alla croce scorciata di rosso pomellata di dodici ghiande al naturale (tre per ogni braccio) che è della famiglia paterna Bulhão; il secondo d’argento a nove torte di rosso poste in fascia 3, 3, 3 che è della famiglia materna Taveira. I metalli del campo sono invertiti: oro in loco dell’argento nel primo, argento in loco dell’oro nel secondo; in alto: Insignia parentum sancti Antonii de Padua. Il medesimo stemma è inciso anche sui piatti anteriori e posteriori su quattro dei cinque tomi del catastico di Giulio Duranetti (fa eccezione il primo tomo di indici).

In coda alla serie è stato collocato materiale archivistico rinvenuto sciolto, accantonato da precedenti riordinatori dell’archivio. In alcuni casi si tratta di copie multiple di stampe in causa, relative a processi rilegati in tomi dai catasticatori, in altri casi di materiale inspiegabilmente sfuggito sia ai catasticatori sia ai precedenti riordinatori.

La serie si interrompe con la fine dell’antico regime.

*Inventario a stampa, p. 509-694.

Credits

L’inventario in formato digitale è stato curato da Giorgetta Bonfiglio-Dosio, sulla scorta dell’edizione a stampa: Giorgetta Bonfiglio-Dosio, Giulia Foladore, Archivio della Veneranda Arca di S. Antonio. Inventario, Padova, Centro studi antoniani, 2017, voll. 3 (Varia, 60)

Orari di apertura

L’Archivio della Veneranda Arca di S. Antonio è aperto solo su appuntamento con i seguenti orari:

Martedì      ore 9:00-12:30
Mercoledì  ore 9:00-12:30
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