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 Serie 29

Banco messe 01


 

BANCO MESSE

1791- 1932

Unità archivistiche: regg. 139 + cassette moderne di cartone 2 + bbusta 5 + pacco 1 + fasc. 1

La serie è costituita da documenti contabili relativi alla gestione delle offerte effettuate dai fedeli per la celebrazione di messe secondo intenzioni particolari. Le offerte per la celebrazione di messe, pratica devozionale ben radicata tra i fedeli di s. Antonio, costituiscono ancor oggi un introito importante per la basilica e nel tempo sono amministrate da soggetti diversi e con modalità differenti.

Dai documenti si ricava che alla fine del sec. XVIII la gestione del cosiddetto Banco messe era affidata ai padri del Santo, cui spettavano i ricavi relativi, e la raccolta delle offerte per le messe era compito del padre guardiano e dei padri sacrestani. Il 24 settembre 1793 il Consiglio di Dieci interviene sulla gestione del Banco messe affidata ai padri del Santo, in particolare al guardiano, e approva l’istituzione di un «foglio mensuale, nel quale sia descritta nelle categorie spiegate la quantità delle messe, che affluisce al Banco, e la corrispondente mensuale disposizione». Una copia di tale registro doveva essere trasmessa al Camerlengo del Consiglio di Dieci che ogni sei mesi doveva riferire al Consiglio stesso.

Ulteriori notizie sulla gestione del Banco messe si ricavano dalla lettera spedita il 27 novembre 1809 dall’Arca al Prefetto del Dipartimento della Brenta, dove si legge che quotidianamente due sacerdoti ricevevano le elemosine e annotavano le somme ricevute, conservate in apposito scrigno dal quale si traevano le somme da elargire ai celebranti. La lettera prosegue ricordando che all’amministrazione dell’Arca spettava la gestione del Banco messe e il controllo, affidato esclusivamente ai presidenti laici con esclusione dei presidenti frati, con la motivazione che è sconveniente per i frati il maneggio di denaro e soprattutto per evitare quanto successo in passato, cioè che le elemosine raccolte per celebrare le messe al Santo fossero elargite ad altri conventi dell’ordine. L’Arca chiese che il denaro avanzato fosse distribuito ai sacerdoti secolari che celebravano al Santo accanto ai frati. In data 4 gennaio 1810 il Prefetto rispose dando parere favorevole. La vicenda ebbe strascichi derivanti dal rifiuto del responsabile officiatore di consegnare le chiavi della cassa.

Nel periodo 1826-1866 un appunto dattiloscritto su un foglietto di piccole dimensioni informa che la gestione del Banco messe il 1° aprile 1826 passò, per ordine dell’i.r. governo austriaco, alla ripristinata Congregazione dei minori conventuali, ufficianti la basilica, con l’obbligo di passare annualmente il resoconto al governo tramite la presidenza della Veneranda Arca. La situazione restò invariata fino al 1866, quando in seguito alla soppressione dell’ordine dei minori conventuali conseguente all’avvento del Regno d’Italia, la gestione del Banco messe passò di nuovo alla presidenza della Veneranda Arca.

La presidenza dell’Arca il 26 novembre 1867 deliberò di istituire un’amministrazione speciale denominata “Banco messe”, separata rispetto all’amministrazione generale. Tale gestione separata prevedeva la registrazione analitica quotidiana del denaro movimentato dalla celebrazione delle messe e una rendicontazione sintetica annuale da allegare ai conti consuntivi dell’Arca. In precedenza la contabilità relativa alla celebrazione delle messe faceva parte integrante del bilancio dell’Arca: di questo periodo si conserva solo un registro relativo al periodo 1854-1867. Per il periodo 1873-1879 si sono conservati registri relativi alla movimentazione del denaro tra l’Arca e il Banco messe; negli anni 1880-1886 la forma del registro cambia, ma in sostanza si tratta sempre della gestione separata del Banco messe.

Un altro foglietto dattiloscritto contenuto nel fasc. 4 della busta 29.6 informa: «Nota bene. Dall’anno 1882 fino al 1891 i resoconti mensili della gestione del Banco messe si trovano allegati nella parte attiva dei consuntivi (allegato speciale). Dall’anno 1892 fino al 1919 detti resoconti si trovano invece allegati alla parte passiva dei singoli consuntivi e precisamente ai mandati di pagamento per la celebrazione di messe. Dall’anno 1920 in poi i detti resoconti mensili si conservano nella relativa posizione d’archivio del Banco messe. Fino all’anno 1891 contabilmente la detta gestione si limitava alla registrazione dei versamenti nella cassa della Veneranda Arca, a mezzo reversali, dei soli civanzi di elemosine di messe che mensilmente rimanevano da celebrarsi e nella parte passiva l’annotazione dell’importo dei mandati di pagamento per la corrispondente celebrazione delle suddette messe. Dall’anno 1892 venne adottato il sistema, tuttora eseguito, della completa registrazione nei consuntivi degli introiti e dell’uscita del Banco messe».

Una lettera dattiloscritta contenuta nel fasc. 1 della busta 29.27 informa: «Il sottoscritto [fra Alfonso Orlich] nella sua qualifica di ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali dichiara che dal 1° luglio 1929 la gestione del Banco Messe è passata dalla èresidenza della Veneranda Arca del Santo alle dipendenze della Santa Sede».

Nel corso del riordino si sono collocate all’inizio le buste e le cassette che contengono documenti più antichi; poi i registri e altre buste con il materiale successivo; infine i registri di ricevute delle offerte in forma di bollettari madre/figlia, che iniziano nel 1909 e terminano nel 1932. Il formulario usato su ciascuna bolletta prestampata è: «Basilica di Sant’Antonio. Il sig. xy ha offerto lire tot dico l. tot per (causale). (Data) Il Soprastante al Banco messe». Dal 6 agosto 1922 cambia l’aspetto fisico esterno dei bollettari, ma la struttura interna rimane invariata, in quanto non si verifica alcun cambiamento nella pratica di riscossione delle offerte.

In coda alla serie è stato collocato un pacco contenente bollette non usate, perché sostituite da quelle nuove, come si legge testualmente sulla carta iniziale «1-9-[1]902. 5 bollettari del Banco messe colle relative bollette già tagliate ed apparecchiate ma non usate, perché nel giorno d’oggi si cominciarono i bollettari stampati dalla ditta Salmin». I fascicoli contenuti nelle cassette e nelle buste sono stati a suo tempo riclassificati con il titolario (denominato “classario”) del 1961, ma non sono stati descritti dal Catalogo di padre Luisetto.

Nella busta 29.6 il fasc. 4 contiene la spiegazione dei simboli dei differenti tipi di messe, che sono usati nelle altre unità della serie.

*Inventario a stampa, p. 1669-1698.

 

29.1 1791 dic. 31-1835 feb. 27
Rendiconti mensili

busta contenente i seguenti fascicoli costituiti dai precedenti riordinatori:

1. «Banco messe. Resoconti dal 1791 al 1793», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 1»: 1791 dic. 31-1793 set. 30
2. «Banco messe. Gestione sotto la Repubblica veneta, 1793», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 2»: 1793 set. 23-1793 set. 27
3. «Banco messe. Gestione sotto il Governo Italico dal 1809 al 1815», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 3»: 1809 nov. 27-1815 ott. 10
4. «Banco messe. Resoconti dal 1809 al 1815», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 4»: 1809 -1815 dic. 31
5. «Banco messe. Messa giornaliera concessa in via transitoria al Pio Stabilimento dei Mendicanti in Padova, 1812», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 5»: 1811 ago. 16-1812 ago. 21
6. «Banco messe. Messe giornaliere e festive concesse in via transitoria ai pii isti-tuti cittadini degli Esposti e del Soccorso, Stabilimento dei Mendicanti in Padova, 1813», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 6»: 1813 mar. 16-1818 dic. 18
7. «Banco messe. Gestione sotto il Governo austriaco, dal 1816 al 1825», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 7»: 1819 mar. 31-1823 nov. 14
8. «Banco messe. Resoconti dal 1816 al 1820», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 8»: 1816 gen. 31-1821 gen. 2
9. «Banco messe. Distribuzione delle messe avventizie e prove della loro cele-brazione dal 1818 al 1835», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 9»: 1818 apr. 27-1835 feb. 27
10. «Banco messe. Stampati per ricevute di elemosine di messe, 1820», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 10»: 1820 mar. 18-1820 apr. 11
11. «Banco messe. Resoconti dal 1821 al 1825», «cat. IV, cl. Ia busta fasc. 11»: 1822 mar. 9-1826 gen. 2

Credits

L’inventario in formato digitale è stato curato da Giorgetta Bonfiglio-Dosio, sulla scorta dell’edizione a stampa: Giorgetta Bonfiglio-Dosio, Giulia Foladore, Archivio della Veneranda Arca di S. Antonio. Inventario, Padova, Centro studi antoniani, 2017, voll. 3 (Varia, 60)

Orari di apertura

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Martedì      ore 9:00-12:30
Mercoledì  ore 9:00-12:30
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